Nota Editoriale: Perchè una casa editrice oggi?

Posted by EditriceCirtide on 16/12/2014

Per quale motivo abbiamo deciso di cominciare questo progetto editoriale, che sicuramente richiede tempo e attenzioni? Sicuramente in parte perché molti libri ormai non sono più reperibili nelle librerie, sia perché troppo vecchi sia perché non congeniali alla grande distribuzione editoriale. L’importanza di un libro, tuttavia, non si può misurare dal numero di copie vendute o dalla sua vicinanza in chiave cronologica al nostro presente, ma si definisce a seconda della qualità delle idee che fa germogliare in chi avrà avuto modo di leggere. Le idee, inoltre, non si possono vendere, anzi, se agiscono contro un mondo basato sulla vendita possono diventare addirittura pericolose, da non divulgare, e quindi non rientrano nei criteri che determinano la reperibilità di particolari testi.

Questo progetto, però, non vuole solo occuparsi di ristampare vecchi libri, ma anche di stamparne di recenti. In parte perché essendo un progetto legato all’autoproduzione vuole riuscire ad offrire diversi titoli ad un prezzo accessibile a chiunque, e in parte per la differente filosofia con cui questi libri verranno pensati, assemblati e stampati. Vogliamo andare oltre all’idea alienizzata (ed alienizzante per la cultura stessa) di una grande quantità di libri singoli, monadici, pubblicati a prescindere da un progetto editoriale e da una linea di pensiero, separati gli uni dagli altri. Diversamente da quanto accade, vogliamo proporre percorsi di lettura, composti anche da più libri, raccolti e stampati in un unico volume, che portino nel loro confronto, interno alla raccolta pubblicata, una dialettica ed una critica all’argomento trattato. Non più volumi che parlano a se stessi, in maniera imperativa al lettore, ma autori che parlano ad altri autori, che contraddicono o proseguono il ragionamento del precedente, e preparano alle tesi del successivo, confrontandosi con un lettore che ha il compito (che diventa anche un dovere) di individuare all’interno delle differenti chiavi di lettura quella che trova più interessante e fondata.

La cultura e l’intelligenza non sono, infatti, la capacità di sapere dati e citazioni, di conoscere più libri di quanti ne conosca un’altra persona, ma la capacità di creare collegamenti, comprendere le differenti prospettive, e sapere essere perfino in disaccordo con un testo. Essere contrari, ovvero saper porre una propria critica ad uno scritto, è molto più difficile che seguire le tesi e le antitesi proposte, senza porsi il problema di definire la propria posizione sui contenuti riportati.

È per accentuare questo processo cognitivo, inoltre, che vogliamo provare ad introdurre un nuovo strumento di confronto e di approfondimento delle proprie posizioni personali, nonché di sicurezza nell’esprimerle ad un pubblico terzo, nel nostro progetto editoriale. Esso dovrebbe porsi nell’ottica di modificare la struttura stessa del libro e la forma delle sue ristampe, seguendo così il carattere delle critiche e delle osservazioni che verranno portate al testo da coloro che lo leggeranno.

Non è nostro interesse, infatti, apparire come degli intellettuali che hanno brillanti teorie filologiche o sapienziali, da proporre al lettore in maniera assoluta. Abbiamo opinioni personali, parziali, e sicuramente errate alla luce di una differente interpretazione individuale. Vogliamo quindi abolire l’introduzione al testo, spostandola alla fine del libro. Principalmente per non rischiare di influenzare il lettore, il quale ha il dovere di farsi un idea sul contenuto in autonomia ed indipendenza, in seconda battuta per evitare di peccare di superbia, inserendo la nostra opinione come la prima cosa che il lettore legge entrando in contatto con il libro. Per sottolineare l’importanza di impegnarsi a costruire ed argomentare una propria opinione riguardo ad uno scritto, o ad un percorso di scritti, abbiamo un mail, editricecirtide@autistici.org, tramite la quale vogliamo raccogliere le opinioni e le (speriamo tante) perplessità e critiche riguardo ai libri ed ai percorsi proposti. Tutto il materiale così arrivato, il cui invio è ovviamente caldamente consigliato, verrà poi pubblicato, sotto pseudonimo, nella successiva edizione, o, in caso di grandi quantità di materiale, magari generatesi a causa di dibattiti partecipati da diverse persone, verrà raccolto in un volume apposito di riflessioni riguardanti un particola percorso o testo. Lo pseudonimo, oltre che per un evidente motivo di riservatezza, serve ad aumentare la separazione tra contenuto e nome dell’autore di tale contributo. Un autore, per quanto abbia già pubblicato sullo stesso argomento, non deve aver la possibilità di “nascondersi” dietro al proprio nome, ma il giudizio del suo lettore deve riconfermarsi in ogni suo scritto grazie ai contenuti, alle analisi e alle critiche pregnanti, partendo dalla stessa mancanza di “rispetto culturale” con cui deve confrontarsi qualsiasi altra persona che voglia proporre la propria visione del mondo.

L’obbiettivo di tale difficoltoso lavoro di discussione scritta, organizzazione delle risposte e pubblicazione delle stesse, è quindi volto a creare un dibattito sia interno all’anarchismo che esterno ad esso. Come il romanticismo italiano era partito dalle riviste di letteratura, con le corrispondenze tra Madame De Staël e i principali autori del periodo, così vorremmo provare a fare da scintilla per un nuovo ciclo di discussioni e confronti.

La continuazione dei diversi percorsi di pubblicazione si incrocerà ed appoggerà a tutte le proposte riguardo ai titoli ritenuti, da coloro che porteranno il loro contributo, utili per un approfondimento della tematica. Questo è un progetto aperto, e ognuno può collaborare ad esso, condividendone le linee editoriali di base.

A coloro che vorranno poi cimentarsi nella scrittura si potrà immaginare l’invio delle ristampe successive, sulle quali sono presenti le risposte ed i successivi interventi, a casa, generando una sorta di continuità e legame tra coloro che parteciperanno attivamente al progetto. Vogliamo, però, anche provare a sviluppare un economia del dono come metodo di diffusione dei libri. Dato che qualcuno si troverebbe ad avere due edizioni, diverse, della stessa raccolta di scritti, una aggiornata dei contributi e l’altra no, perché non regalare la vecchia a qualcuno che, leggendo, potrebbe interessarsi e contribuire egli stesso all’analisi e successiva scrittura collettiva?

Il dialogo ed il dibattito, che oggi si ritrova rinchiuso nei social network, necessita di altri ritmi, se si pone come obbiettivo quello di fare cultura e non rumore e battibecco. È necessario del tempo per pensare e scrivere un testo dai contenuti interessanti, e ciò non è possibile con la velocità della chat. Non può essere esageratamente sintetico, e trovarsi nei limiti del tltr (too long too read, nel linguaggio virtuale, troppo lungo da leggere. Indica testi troppo lunghi per essere letti dallo schermo e nel tempo che dedichiamo, nelle nostre attività multitasking, alle singole cose. Necessiterebbero, infatti, di carta e tranquillità).

La forma materiale dei libri sarà ovviamente diversa rispetto a quella delle grandi editrici generaliste, in quanto vogliamo togliere alla lettura anche l’ansia del quantitativo. Quante pagine, quanto manca, quanto ho letto, leggo piano, leggo veloce. No, niente di tutto ciò. Basta togliere il numero di pagina e imparare di nuovo a fare le orecchie, o usare un segnalibro.

Un libro si misura in densità e non in massa. Liberiamo le lettere e le nostre vite dai numeri, la matematica, la tecnica. Ovviamente il ricavato servirà per la stampa di altri libri. Ovviamente non riconosciamo e condividiamo il copyright e la proprietà intellettuale, come altre proprietà, d’altronde. Alla mercificazione delle idee, alla loro interscambiabilità su base economica (un libro di ricette culinarie basato su una serie televisiva di successo, non ha lo stesso valore di un libro di filosofia, anche se potrebbero avere lo stesso prezzo) noi abbiamo trovato questo modo di rispondere e contrattaccare. Piuttosto che comprare un idea, è meglio rubarla alla Feltrinelli. Tutti i pdf, ovviamente, saranno scaricabili da internet.

 

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